Luis Calvo, 1997, Presentazione del libro 'Tenerezza animale', Centro Culturale San Martín, Buenos Aires, Argentina.

 
Reincontro con il poeta e psicologo Luis Calvo, Buenos Aires, Argentina, 2016
Reincontro con il poeta e psicologo Luis Calvo, Buenos Aires, Argentina, 2016


Presentazione del libro “Tenerezza Animale”,
Finalista Concorso “Ramón Plaza”
Centro Culturale “San Martìn”, Buenos Aires, 1997.


In che modo l’uomo contemporaneo resta condizionato da questo convulso fine di secolo?  Quali sono le sue oscillazioni, le sue angosce, le sue paure?  Come si pone di fronte all’amore?  In quale maniera tale viaggio esistenziale tocca le molle più intime della sua identità?
Sono questi alcuni degli interrogativi che emergono da “Tenerezza Animale”, della poetessa ed artista Gladys Sica e che comprende due periodi: da 1987 a 1997 e da 1976 a 1984.  
Un elemento che caratterizza questo Libro è l’accento messo sulla "fugacità" delle cose, sulla permeabilità dei vincoli, che lascia intravedere il pericolo di una perdita di riconoscimento nell’immediato, per la mancanza di basi solide di sedimentazione.
“D’ora in poi, partire sarà sempre tornare”, ci ricorda Sica, ma “non sapevo che questa volta tornare sarebbe stato anche partire”, un apparente controsenso che mette allo scoperto le sensazioni più ambigue che sperimenta l’essere umano di fronte l’anno 2000.
“Se la vita è il sogno più indifeso che esista”, “i miracoli maturano accanto alla fede”, ma in che cosa credere in mezzo a tanto sconcerto? Forse nella poesia perché “rotti i poemi niente potrà salvarci”.
Uno dei ricorsi che meglio utilizza Gladys Sica in questo suo primo Libro pubblicato, è la sentenza, poiché non è impiegata in modo deterministico tanto da chiudere il circolo, al contrario, sorge per aprire altre variabili che permettano svincolarsi da una realtà che soffoca e paralizza, giacché se “al posto in cui, avrebbe dovuto esserci tutto, non c’era nulla”, solo “l’assenza della sua assenza mi ha permesso dopo di sopravvivere”.
Se questa realtà è inutilizzabile, cerchiamo, dunque, il suo rovescio, ciò che ancora non conosciamo ma che resta latente in qualche luogo, come diceva Roberto Juarroz: “Cerchiamo la spalla delle cose, che alla fine é il senso della ricerca.”
La poesia e l’arte ci danno questa possibilità: andare più in là dell’apparente per tentare di sviscerare il reale, ciò che giace nello strato più profondo, simile ad un desiderio accantonato nell’anticamera del sogno.
In una parte di “Tenerezza Animale” si percepisce il discorso amoroso con l’oggetto amato: è una disperata richiesta per conservare l’identità, ma anche per trovare una nuova via d’accesso per mezzo di quell’amore perso nella conoscenza, nonostante che il culto verso il sacro che professa l’innamorato soggiaccia nella sua poesia, “Io dovrei essere roccia e distanza, invece maledico la notte che illumina il tuo posto vuoto nel letto”, forse, perché come ci dice Roland Barthes, gli amanti si fondono in un solo essere oltre l’assenza.
Se il fatto d’includere in un solo Libro il materiale di diverse epoche rappresenta un rischio, dobbiamo affermare che Gladys Sica è riuscita in quest'intento.
“Tenerezza Animale” conserva un’unità ed un equilibrio che gli ha consentito d'entrare tra i finalisti nel III Concorso Nazionale di Poesia “Ramòn Plaza” della “Società dei Poeti Vivi”.  Uno stimolo importante per continuare a lavorare la parola, una sfida forse definitiva per portare avanti –qui, in Italia o dovunque- quest’avventura forse inutile, ma insostituibile, che è senza dubbio la Poesia.

                                                                                                                     Luis Raúl Calvo