Franco Migliaccio, 1994, 'Suggestioni materiche e passione civile', Personale 'Blocchi Plastici', Centro C, A, Dalla Chiesa, Trezzano sul Naviglio, MI

“Suggestioni materiche e passione civile”, Personale "Blocchi Plastici” di Gladys Sica
Gladys Sica é un'artista italo-argentina che ha deciso di stabilirsi, forse definitivamente, nella patria d'origine dei genitori, per respirare l'aria di quella cultura di cui, durante i suoi studi accademici, le arrivavano gli aliti accattivanti.
E' per questo che il contatto con l'ambiente artistico italiano non é stato di impatto drammatico, ma di sereno e pacifico coinvolgimento; ciò non solo in virtù della doppia identità nazionale della Artista, quanto per la grande considerazione di cui gode in Argentina l'arte europea e italiana in modo particolare; al punto da essere proposta come parametro dei programmi accademici e momento di centralità nello sviluppo del dibattito artistico del paese nel quale, fra l'altro, la comunità di diretta ascendenza italiana trova rivali solo in quella di origine ispanica.
In conseguenza di ciò, nell'arte di Gladys non vi sono appariscenti esotismi o tracce eclatanti d'appartenenza ad una cultura di diversa estrazione.
Essa potrebbe a buon diritto collocarsi nella tradizione iconografica italiana a partire dal secondo dopoguerra, fra gli echi della Nuova figurazione e la robustezza di impianto e la corposa varietà cromatica di un pittore come Ennio Calabria (che la nostra Artista, fra l'altro, non conosce affatto).
Ma non sono le etichette ad interessarci. Ci interessa, al contrario, la pittura di un'artista come Gladys che lavora d'impeto e di getto, a gesti larghi e decisi con l'uso della spatola con la quale sa vibrare autentici "fendenti".
"Vedi? - mi dice Gladys durante una mia visita nel suo studio - lo non uso mai il pennello e non troverai in questo studio nemmeno l'ombra di un pennello".
Sul suo banco di lavoro, vicino all'immancabile cavalletto, in effetti c'erano solo spatole.
Spatole di diversa misura, spatole sporche e spatole pulite, spatole rotte, spezzate che la dicevano lunga sul suo modo di lavorare, irruente e impetuoso, sprizzante energie insolite.
Le sue superfici dipinte hanno lo spessore del bassorilievo. II colore si accalca, denso e grumoso, su sé stesso creando fisiche suggestioni materiche e chiaroscurali. Le sue figure sono dinamiche architetture umane, blocchi plastici che ci ricordano che Gladys Sica é, prima che pittrice, una bravissima scultrice.
Lo spazio é mobile, integrato con le immagini (figure, cose o paesaggi che siano) ed assume il medesimo spessore fisico e mentale di tutto ció che viene rappresentato. I particolari si sperdono nel flusso magmatico della materia che li nasconde, li assorbe in sé facendoli intuire senza descriverli.
II senso di coinvolgimento é alto e ci proietta nelle zone irrequiete della mente, ove si affollano le passioni, ove si annidano le angosce individuali e collettive dell'uomo contemporaneo.
Una pittura di grande impatto, di esorbitanti umori civili, espressi con partecipazione evidente; una pittura insomma di contenuti profondi.
E quanto tiene ai contenuti e ai significati della sua pittura Gladys lo dimostra in tutti i modi.
Lo dimostra attribuendo didascalici titoli alle sue opere, o preoccupandosi di premetterne il titolo ogni qualvolta che, con la solita, tenera simpatia, é in procinto di mostrarti un nuovo quadro.
Franco Migliaccio